Raffaele Vitto

Testi critici

Testo di Giusy Petruzzelli

I lavori di Raffaele Vitto si inseriscono nella consolidata ricerca artistica dell’Art in Nature, che è anche il titolo che il critico Vittorio Fagone diede alla ricognizione di tale forma d’arte in territorio europeo a metà degli anni Novanta del Novecento. La relazione degli artisti, in particolare nordeuropei, con l’ambiente – cui ben presto si allinearono pure tante iniziative italiane (la più nota Arte Sella dal 2002) – ha avuto un successo continuativo e per il suo contenuto etico affascina anche le giovani generazioni.

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Testo di Carmelo Cipriani

“Dio, ossia la Natura, è punto di partenza e punto di arrivo, sia sul piano logico e della conoscenza, sia su quello ontologico. La Natura, quindi, non può essere considerata una cosa statica: al suo interno si esplica un’attività. Ora, se consideriamo che tutte le cose sono in Dio (nella Natura), l’azione della Natura non può svolgersi che su se stessa, provocando però uno sdoppiamento fra soggetto (Natura naturans) e oggetto (Natura naturata)”. Così Spinoza nella prima parte dell’Etica spiega la sua concezione panteistica. Per lui l’identificazione tra Natura e Dio si manifesta in un due modi distinti: uno statico (natura

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Biografia

Raffaele Vitto nato a Canosa di Puglia il 15 novembre del 1993, vive e lavora a Trinitapoli. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Cerignola nel 2013. Ha conseguito il Diploma Accademico di Secondo Livello in Scultura nel 2020 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Il suo lavoro è caratterizzato dal recupero di elementi agresti, appartenenti al proprio vissuto, in particolare la terra, la stessa che coltiva sin da piccolo con la sua famiglia. Questo gli permette di rendere tangibili le sue riflessioni, rivolte in primo luogo al bisogno di ritrovare quell'armonia perduta con l'elemento naturale, sondandole dinamiche che governano il rapporto uomo-natura/contadino-terra.