Geostruzione ovvero ricostruzione del valore
Intrecciando ricerche e riflessioni personali sulla società del presente, Aurora Avvantagiato e Raffaele Vitto presentano nel dialogo tra i loro due interventi installativi l’approdo attuale dei propri studi, che adesso vengono trasformati in maniera plastica per essere inseriti nel circoscritto e architettonico spazio della loro Geostruzione.
I due autori, già impegnati in passato in progettazioni comuni, da tempo portano avanti un’analisi delle dinamiche di antropizzazione del paesaggio e del consequenziale sfruttamento delle sue risorse, seguendo percorsi indipendenti che però spesso vanno a sovrapporsi, in produzioni che sottendono un approfondito quanto costante confronto.
L’attenzione verte dunque su un tema estremamente contemporaneo, al centro del dibattito socio-economico e con importanti ricadute nel contesto dei linguaggi artistici odierni; riflettere su quanto sta accadendo oggi all’ecosistema mondiale, su quanto sia impattante la presenza (e le conseguenti azioni) dell’essere umano, è ormai pratica largamente diffusa che – almeno dalla seconda metà del XX secolo in poi – ha prodotto una serie di contributi differenti tra loro per genesi ed esiti. I due artisti si muovono in quest’ampio alveo creativo completamente a loro agio, proponendo lavori inediti che, sebbene declinati secondo approcci individuali, sono però strettamente interconnessi e finalizzati in un’installazione ambientale corale.
Aurora Avvantaggiato, con l’opera scultorea Bene comune, concentra la sua indagine sul rapporto tra paesaggio ed edilizia, approfondendone tutti gli aspetti a partire da quelli negativi, dalla speculazione alla creazione dei cosiddetti ecomostri, edifici molto spesso incompiuti che sono divenuti con il tempo elementi paesaggistici tanto caratterizzanti quanto lesivi; ma, allo stesso momento, l’autrice riflette sulle possibili (e auspicabili) vie d’uscita da questa situazione problematica, ispirate dalla volontà di recuperare tutte quelle risorse umane e naturali non adeguatamente valorizzate. La delicatezza cromatica del mattone forato, realizzato da Avvantaggiato con un materiale nobile, il marmo rosa del Portogallo, rimanda simbolicamente all’importanza di riscoprire il valore assoluto del concetto di abitazione, un bene prezioso che deve essere di nuovo alla portata di tutti, ritornando alla sua originaria funzione, pratica e insieme estetica.
Un ragionamento similare viene condotto da Raffaele Vitto nel lavoro intitolato Due giornate e mezzo, l’installazione a parete di una serie di plateau in cui sono stati piantati semi di grano; un’autentica invasione dello spazio che si trasforma in una sorta di “coltura verticale” da cui emergono anche le discontinuità, legate alla differente germogliatura. In questa non uniformità – che testimonia anche degli incerti del lavoro, non solo artistico – si sintetizza l’idea alla base della creazione di Vitto, che è parimenti incentrata sulla riflessione dei valori connessi alle attività agricole, economici innanzitutto, ma anche correlati al tempo speso e all’impegno profuso, fattori che molto spesso vengono sottostimati; nei due giorni e mezzo che servono per portare a compimento questo lavoro nei campi – ora letteralmente “messo in mostra” – risiede il compendio simbolico di più universi (ambientale, antropico, finanziario) e la loro concomitante nobilitazione.
Così, i due interventi di Aurora Avvantaggiato e Raffaele Vitto si relazionano vicendevolmente, intrecciando approfondimenti e suggestioni, sensibilità vissute a contatto con le realtà descritte, che emergono dalla dialettica silenziosa tra il marmo e la terra, tra il verde dei germogli e le rosee venature del mattone per creare un unicum installativo racchiuso in un neologismo, “geostruzione”, che è nella sua sostanza plastica una peculiare ricostruzione di un rinnovato sistema di valori.
Nicola Zito
foto riferimento:
Geostruzione, 2021.
Mostra bi-personale di Aurora Avvantaggiato e Raffaele Vitto.
A cura di Nicola Zito. Spazio Microba, Bari.

cm 300x400x20, seminiere in polistirolo, e 15.000 piantine di grano.

cm 25x25x20, Marmo Rosa del Portogallo.